Le Porte

Sono davanti ad una porta, una porta strana. Sembra tutta di vetro, ma non mi pare di vedere nulla attraverso; mi accuccio e faccio un passo avanti, il mio viso è a pochi centimetri dalla superficie. No, niente, non vedo assolutamente nulla al di là della porta.

Non capisco, sono confuso, quasi infastidito, non mi era mai capitato di imbattermi in un’entrata simile. Noto che è socchiusa. Rimango piuttosto interdetto: com’è possibile che non sia sigillata, dato che è fatta apposta per non vederci attraverso? La cosa mi insospettisce ancora di più e, d’istinto, indietreggio per allontanarmi un po’.

Ma poi, improvvisamente, qualcosa mi cattura, qualcosa che viene da lì. Non saprei descrivere cosa sia di preciso, so dire soltanto che sono incuriosito. C’è qualcosa di magico e misterioso, attraente ed elegante, come se fosse una persona con dentro un’infinità di stelle e pianeti. So per certo che, se aprissi la porta, potrei vedere questo mondo che mi sta facendo brillare gli occhi. Sì, è divertente, è libero, è una serie di cose che vorrei così tanto, così tanto. Sento le dita formicolare, il cuore che batte accelerato, un sorriso che inizia a spuntare. 

Faccio un passo verso la cosa che più mi attira al mondo, allungo una mano per aprire del tutto la porta, ma incredibilmente si è chiusa.

La magia del momento improvvisamente si spegne, come se qualcuno avesse soffiato su di una candela. Mi sento vuoto adesso, non del tutto, ma in molti punti. Anche gli occhi sento più cupi. Tutto è sparito, lontano. Non riesco a togliermi dalla testa e dal cuore quelle sensazioni e quel mondo senza confini che ho intravisto. Riprovo a girare la maniglia, con un po’ di forza, ma non voglio sforzare. Niente, non si apre più.

I miei occhi si riempiono di rimpianto e rimorso, se solo non avessi esitato subito…

 

Mi viene in mente tuttavia, che ora mi si è chiusa, sì, ma che prima era aperta. Ed ogni porta che si può chiudere, può aprirsi.